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01/07/2017 - Italia in camper: Castelpoto suggestioni del Medioevo...di Vincenzo Punzo
…Ed eccoci stavolta sulla S.S.7, la strada che segue il tracciato della via consolare romana Appia da Roma a Brindisi. Il tratto da Caserta e Benevento è incantevole. Dai finestrini della nostra casa viaggiante scorrono le colline punteggiate dagli ulivi. Di tanto in tanto una masseria spunta dal verde e vicino ai ruscelli della Valle del Calore le gazze “Pica pica” ci spingono a volare con la fantasia.
CASTELPOTO. Ci siamo, spiccano un castello e un borgo abitato lassù. Saliamo sull’irto colle. Il brillante turbodiesel comincia a nitrire come un destriero delle steppe germaniche. Le piccole case in pietra lavorata mostrano che di strada ne abbiamo percorsa davvero tanta: circa milleduecento anni! Incredibile. Siamo nel IX secolo e nel castello regna il duca longobardo Potone. Appunto: Castelpoto.
Saliamo, saliamo. Davanti ad una bottega un’orgogliosa dama ricama con oro e perle la tunica di un arimanno che domani partirà per la battaglia. In un idioma simile al latino ci spiega un po’ gli usi del paese. Dal tempo del re Rotari, nel 650 circa, la legge aveva ridato molti diritti alla donna. Lei si sente fortunata. La maggior parte delle sue amiche è impegnata a lavare i panni presso le sorgenti perenni della montagna. “Non è un cattivo padrone il duca. Forse il sistema economico è da cambiare”, ci dice un brillante agricoltore, affidatario di alcune selve feudali. Il re dei Longobardi e d’Italia Liutprando mai avrebbe voluto l’indipendenza del ducato di Benevento. “Fu egli ad inasprire la gerarchia fondiaria e le divisioni sociali tra uomini liberi e servi”. Poi, con un sorriso, ci mostra un avveniristico aratro col vomere in legno e ferro. Senza il suo aiuto, e senza quegli animali da traino, sarebbe impossibile coltivare il frumento, piantare la vite, seminare i peperoni rossi destinati all’allevamento suino del Castrum. Noi continuiamo a passeggiare. Intorno a noi gente laboriosa: orafi, fabbri, falegnami. Anche se fa una vita sacrificata, un pastore non si lamenta dei governanti. Si sono ben integrati, commenta. Si sono convertiti al Cristianesimo, però non sono riusciti ad unificare la penisola.
Davanti ad una Chiesa, piccola ma elegante, di forma esagonale, è in corso una cerimonia con parecchi scudieri a cavallo con il vessillo longobardo. Ci sono i cavalieri con le pesanti armature, ci sono i fanti con le barbe lunghe e gli elmi scintillanti. E, sul sagrato, nientedimeno che il duca Potone accompagnato dallo zio, il Principe Radelchi di Benevento, pronto per l’investitura. Un notabile promette solennemente un nuovo gioco di alleanze con i nobili carolingi. Non contano gli Arabi che premono da ovest, non i Bizantini ad est, ma il Papa e i conquistatori del nord. Chissà come andrà a finire, c’è da chiedersi. Continuiamo il viaggio nel tempo e quello che oggi è uno splendido borgo italiano diventa dominio dei Normanni, degli Svevi, Angioini, Spagnoli, Austriaci, dei Borboni e dei Francesi condividendo col resto del Meridione vicende alterne di progressi e di sventure. Poi ci affacciamo verso la Dormiente e scorgiamo un traliccio dell’alta tensione. Come passano gli anni! L’operosa comunità di Castelpoto ci insegna che non è possibile guardare all’evoluzione tecnologica senza conoscere e far conoscere le proprie radici. In fondo anche questi sono i “nuovi occhi” di cui parlava Proust.
DOVE SOSTARE: benché non ci sia ancora un’area sosta, il territorio di Castelpoto è molto ospitale e su richiesta può accogliere i camper presso l’area polifunzionale del Comune.
NEI DINTORNI: Benevento è un’antica città sannita. Sotto i Romani assunse una posizione strategica sulla via Appia, come testimonia l’arco trionfale di Traiano. La Chiesa di Santa Sofia (il cui chiostro ospita il Museo del Sannio) è di epoca longobarda. Diversamente da Castelpoto, Benevento dall’XI secolo fino all’Unità d’Italia (1860) appartenne allo Stato Pontificio.